Durante una recente formazione con alcune insegnanti e attraverso un box domande su Instagram, ho raccolto alcune riflessioni emerse da insegnanti ed educatrici sul gioco destrutturato: è stato un confronto ricco e sincero, in cui sono emerse sia le potenzialità di questa pratica, sia le difficoltà concrete che spesso ne rendono complessa l’attuazione.
Le fatiche segnalate sono reali e comprensibili: gestire il gioco destrutturato in contesti scolastici strutturati, dove il tempo è scandito da routine precise e gli spazi sono spesso pensati per attività più convenzionali, può sembrare una sfida impegnativa. Inoltre, la necessità di reperire materiali, mediare tra le diverse esigenze dei bambini e garantire un ambiente sereno e sicuro possono generare preoccupazioni e un senso di sovraccarico. È normale sentirsi incerti di fronte a qualcosa che non sempre rientra nella formazione tradizionale degli insegnanti o che può apparire caotico e difficile da gestire.
Ciò che può aiutare è un cambio di sguardo: anziché vedere il gioco con materiali destrutturati come un’attività a sè, difficile da controllare o come un ulteriore impegno gravoso, possiamo iniziare a considerarlo come un’opportunità per osservare i bambini in modo nuovo, lasciando emergere le loro competenze e la loro creatività. È un percorso che non deve essere affrontato da soli, ma con il sostegno di una comunità educativa e con una formazione adeguata che permetta agli insegnanti di sentirsi accompagnati e sicuri nel proporlo.
Come ogni innovazione pedagogica, anche il destrutturato richiede tempo per essere compreso e integrato nella quotidianità. La sua efficacia non dipende solo dai materiali utilizzati, ma dalla fiducia che gli adulti riescono a riporre nei processi di apprendimento dei bambini. È importante creare momenti di confronto tra insegnanti, condividere esperienze, provare e riprovare senza paura di sbagliare, perché ogni contesto scolastico ha le proprie specificità e non esiste una formula unica e perfetta per tutti.
Esploriamo quindi insieme le principali criticità emerse e proviamo a guardarle da un’altra prospettiva, cercando strategie per affrontarle con maggiore serenità e consapevolezza. Allo stesso modo, approfondiamo i punti di forza del gioco destrutturato e come valorizzarli per offrire ai bambini esperienze sempre più ricche e significative.
Criticità e come affrontarle
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Reperibilità dei materiali Spesso si pensa che reperire materiali per il gioco destrutturato sia difficile, ma è utile cambiare prospettiva: molti materiali di recupero sono facilmente accessibili, basta attivare una rete di raccolta tra famiglie, scuola e comunità. Inoltre, questa può diventare un’opportunità per sensibilizzare i bambini alla sostenibilità e al valore del riuso creativo. Coinvolgere le famiglie nel portare materiali non solo riduce il carico sugli insegnanti, ma permette ai bambini di sentirsi partecipi nella costruzione del loro ambiente di gioco. Anche esplorare negozi dell'usato, mercatini o collaborare con aziende locali può essere una strategia vincente. Creare una piccola "banca dei materiali" in atrio consente di avere sempre risorse disponibili senza dover cercare ogni volta nuovi oggetti.
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Difficoltà nell’individuare gli interessi dei bambini Piuttosto che vedere questa come una difficoltà, possiamo considerarla un’opportunità per osservare meglio i bambini e il loro modo di interagire con gli oggetti e l’ambiente. Offrendo una varietà di materiali, possiamo scoprire gradualmente cosa li attrae di più, senza dover forzare una scelta immediata. Spesso gli interessi emergono spontaneamente quando i bambini hanno tempo e spazio per esplorare liberamente. Un buon approccio è prendere nota delle loro preferenze e proporre nuove varianti dei materiali che suscitano maggiore interesse. Inoltre, se possibile, il dialogo con i bambini aiuta a comprendere meglio le loro motivazioni e a rendere il gioco ancora più stimolante.
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Difficoltà di gestione del tempo Il gioco destrutturato non è un'aggiunta da incastrare nel poco tempo disponibile, ma può diventare il fulcro della giornata educativa. Invece di considerarlo un momento di pausa tra attività più strutturate, possiamo partire proprio da esso per costruire un percorso di apprendimento significativo. Può essere il punto di partenza per esplorare nuovi concetti, stimolare il pensiero creativo e sviluppare competenze relazionali. Se osserviamo che i bambini sono coinvolti e motivati, possiamo valorizzarlo ancora di più, lasciando che sia il gioco stesso a guidare la giornata, integrando riflessioni, scoperte e approfondimenti a partire dalle esperienze vissute. Questo approccio non solo riconosce il gioco come un potente strumento di apprendimento, ma aiuta anche a creare un ambiente più rilassato, inclusivo e stimolante.
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Confusione dopo l’attività Il disordine può essere visto come parte dell’apprendimento. Coinvolgere i bambini nel riordino li aiuta a sviluppare autonomia e responsabilità. Creare routine di pulizia condivise può trasformare questo momento in un’esperienza educativa. Si può assegnare a ogni bambino un ruolo specifico nella gestione dello spazio, oppure trasformare il riordino in un gioco collaborativo. Inoltre, predisporre contenitori e scaffali accessibili ai bambini facilita l’organizzazione spontanea e riduce il caos finale. Se lo spazio è ben organizzato e leggibile, anche il disordine temporaneo diventa più gestibile e meno stressante.
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Costi elevati Il gioco destrutturato non richiede necessariamente spese ingenti. L’utilizzo di materiali di recupero e la collaborazione con le famiglie possono abbattere i costi e rendere l’esperienza più sostenibile. Spesso gli oggetti più semplici sono quelli che offrono maggiori possibilità di gioco: scatole di cartone, tappi, stoffe, legnetti raccolti in natura. Inoltre, coinvolgere enti locali o aziende per donazioni di materiali può creare reti di sostegno che favoriscono la continuità del progetto.
- “C’è troppa confusione” Il disordine e il rumore possono sembrare segnali di caos, ma sono spesso indicatori di un ambiente vivo e stimolante. Invece di cercare di ridurre la confusione, possiamo chiederci: cosa sta succedendo in questo caos? I bambini stanno collaborando? Stanno costruendo qualcosa di nuovo? Stanno esprimendo emozioni e idee? Se il gioco destrutturato viene integrato con una routine chiara (ad esempio, momenti di riordino condivisi e strumenti per regolare i turni di parola nei gruppi), il “caos” diventa un movimento fertile e produttivo.
- “È difficile gestire gruppi numerosi” Quando ci sono molti bambini, la gestione può diventare più complessa, ma è proprio il gioco destrutturato a offrire una soluzione. Se si mettono a disposizione materiali diversificati e si lascia che ogni bambino scelga cosa fare, si riduce la necessità di un controllo rigido. Inoltre, si possono creare zone di gioco con proposte differenti: spazi per la costruzione, per l’esplorazione sensoriale, per il gioco simbolico. In questo modo, i bambini si distribuiscono naturalmente in base ai loro interessi e il gruppo diventa più gestibile.
- “Manca una struttura chiara” L’idea che il gioco destrutturato sia “senza regole” può far paura, ma in realtà ha una struttura diversa, più flessibile e basata sull’autoregolazione. Invece di imporre regole rigide dall’alto, possiamo coinvolgere i bambini nella creazione di accordi condivisi: come usare i materiali, come rispettare gli spazi comuni, come collaborare. Quando i bambini si sentono responsabili delle dinamiche di gioco, si autoregolano più facilmente e il bisogno di interventi esterni si riduce.
- “È difficile coinvolgere tutti” Non tutti i bambini si buttano subito nel gioco destrutturato. Alcuni osservano a lungo prima di agire, altri possono sentirsi insicuri di fronte alla libertà di scelta. Dare il tempo di esplorare senza pressioni è fondamentale. Possiamo anche proporre stimoli iniziali (ad esempio, una provocazione, una storia, un materiale particolare) per aiutare chi ha bisogno di un punto di partenza. Con il tempo, anche i più restii inizieranno a partecipare spontaneamente.
- Rischio che i bambini possano sentirsi troppo liberi nelle proprie scelte Nel gioco destrutturato, la possibilità di scegliere in autonomia è un grande valore. Sentirsi liberi nelle proprie scelte non è un rischio, ma un’opportunità di crescita. Quando i bambini possono decidere come e con cosa giocare, sviluppano autonomia, sicurezza e capacità decisionali. Tuttavia, per chi inizialmente si sente spaesato, può essere utile affiancare la libertà a una guida discreta: proporre stimoli, osservare senza intervenire subito e creare un ambiente accogliente dove ogni bambino possa trovare il proprio modo di esplorare e partecipare.
- Rischio di ripetitività Sebbene ai bambini giovi la ripetizione, che favorisce la memorizzazione e il consolidamento di competenze, è comunque possibile arricchire l’esperienza con nuove possibilità di indagine. Introducendo varianti nei materiali, nei contesti e nelle modalità di gioco, si mantiene alta la curiosità e si permette ai bambini di esplorare sempre nuove strade. Anche esperienze ripetute, se ben progettate, possono evolvere in modo creativo, stimolando ulteriori indagini e ricerche.
- Difficoltà di comunicazione con bambini che non parlano (o non conosco la lingua parlata a scuola) Il gioco destrutturato offre un’opportunità unica per superare questa barriera linguistica, poiché i bambini possono esprimersi attraverso l’uso di materiali, gesti e interazioni non verbali. Aggiungere documentazione fotografica può essere un valido aiuto per favorire la comprensione visiva, creando uno strumento che supporta il linguaggio verbale e favorisce l'inclusione. L'uso di immagini che raccontano le esperienze di gioco permette a tutti i bambini, anche quelli che non parlano la lingua, di sentirsi coinvolti e di apprendere attraverso il linguaggio visivo.
- Necessità di progettare in itinere Il gioco destrutturato richiede un approccio flessibile, dove le esperienze si adattano continuamente agli interessi e alle dinamiche che emergono nel gruppo. Progettare in itinere significa essere pronti a modificare l'itinerario originale in base a ciò che osserviamo, rispondendo alle necessità del momento e creando spazi per l’improvvisazione e la creatività. Questo richiede una grande capacità di ascolto e di adattamento, ma è proprio questa fluidità che rende il gioco destrutturato così potente ed educativo.
- Permette di sperimentare liberamente Per potenziare ulteriormente questo aspetto, possiamo progettare ambienti sempre più dinamici e stimolanti, dove ogni angolo è una nuova opportunità per esplorare. Inoltre, dare ai bambini la possibilità di riorganizzare lo spazio e gli oggetti li aiuta a sentirsi responsabili del loro ambiente e ad assumere un ruolo attivo nella costruzione del proprio percorso di apprendimento. Le rotazioni di materiali possono essere pensate anche come "sfide di pensiero", dove un materiale introduce una nuova indagine, stimolando la ricerca, il pensiero critico e l'immaginazione.
- Stimola la creatività e il pensiero divergente Un altro modo per far emergere la creatività è incoraggiare i bambini a esprimere verbalmente e fisicamente le loro idee è organizzare momenti di riflessione o discussione di gruppo sui progetti e le esperimentazioni realizzate. Questo li aiuta a verbalizzare il pensiero e a condividere nuove connessioni. Inoltre, non limitarsi a documentare solo il risultato finale ma anche il percorso, gli errori, e i momenti di difficoltà aiuta i bambini a vedere il valore nell'intero processo creativo, non solo nel risultato (soprattutto con i bambini che ancora non parlano o non conoscono la lingua in uso a scuola). Questo approccio rende la creatività non solo un atto individuale, ma un percorso di scoperta collettiva.
- Dà ai bambini autonomia e fiducia Per consolidare l'autonomia, possiamo proporre sfide sempre più articolate che incoraggiano il bambino a prendere decisioni indipendenti. Offrire scelte concrete (ad esempio, tra diversi materiali o modalità di gioco) permette di rafforzare la loro capacità di scelta, e, di conseguenza, la loro fiducia nelle proprie capacità. In un ambiente che favorisce l'autonomia, i bambini imparano anche a convivere con il fallimento e a vederlo come una parte normale del processo di crescita, rafforzando la resilienza.
- Favorisce la collaborazione tra insegnanti Un elemento chiave per il successo del gioco destrutturato è la condivisione e la collaborazione tra insegnanti. Organizzare momenti di riflessione con colleghi non solo aiuta a migliorare la pratica, ma offre anche l'opportunità di affrontare insieme le difficoltà, esplorando soluzioni comuni. Creare una comunità di apprendimento tra insegnanti, in cui si mettono in comune le esperienze, le difficoltà e i successi, permette di crescere insieme e di arricchire ogni esperienza educativa.
Il destrutturato è un approccio che, sebbene possa sembrare difficile da implementare inizialmente, offre straordinarie opportunità di crescita per bambini e adulti. Si tratta "solo" di trovare il giusto equilibrio tra libertà e guida. Il processo di trasformazione è continuo, e ogni passo, anche piccolo, è un contributo verso la creazione di un ambiente educativo più ricco e stimolante. In ogni esperienza di gioco destrutturato, i bambini imparano a confrontarsi con il mondo in modo nuovo e dinamico, e noi, come adulti, possiamo continuare a evolverci e ad adattarci in ricerca insieme a loro.
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